Nuovi standard gost-r del Vino

E’ passata in sordina un po’ in tutto il mondo che nell’estate del 2013 è avvenuta per la prima volta in una manifestazione internazionale, una inaspettata vittoria a tutto campo delle aziende vinicole russe.

Questo è accaduto alla London International Wine Fair-2013 a conferma del notevole sviluppo che sta pervadendo il settore enologico russo ponendo l’attenzione dei principali trader mondiali sul nuovo prodotto russo.Il continuo aprire di nuove cantine, il nuovo approccio enologico che esse applicano sia nel metodo di coltivazione dei vari tipi d’uva sia il nuovo e professionale approccio alla produzione rende questi vini interessanti anche per il mercato europeo.

Dal primo luglio 2013 con l’ entrata in vigore la nuova normativa di standardizzazione, la GOST R 55242-2012 (anche se in qualche modo superata dalle normative sull industria leggera EurAseC) si ha , anche per la Russia, una classificazione vinicola che indica: “Vini a indicazione geografica protetta e vini a denominazione di origine protetta”.

L’iniziativa promossa dai produttori e dalle associazioni di categoria riguarda essenzialmente la creazione di una sorta di DOC tra le regioni di origine dell’uva e dei vini; All’interno della federazione Russa ne sono state individuate quattro: Kuban, la regione di Stavropol, la valle del Don e il Daghestan oltre a queste a breve, dovrebbero rientrare anche le zone di Prjazovja (terreni dell’antico letto del fiume Kuban), la zona pedemontana, la zona di Anapa e i terreni di marnatura (più vicini ad Abrau-Durso) terreni morfologicamente diversi che daranno origine a uve e vigneti con peculiarità e caratteristiche proprie.

Le nuove normative di standardizzazione che accresceranno il livello qualitativo della produzione, porteranno a sviluppi positivi per la produzione e per i consumatori comunque non nel breve periodo. Il motivo principale, come sempre, deriva dalla mancanza di adeguati controlli sulla produzione visto che statisticamente a livello dei nuovi standard si assesta circa il 4/5 % della produzione totale delle 4 regioni individuate mentre la restante produzione è destinata ancora a lungo ad essere in vendita ovviamente con un livello di qualità estremamente basso.

Da un punto di vista politico numerose iniziative sono state portate avanti dal governo e dal parlamento per favorire lo sviluppo economico del settore ma i tempi come d’altronde i tempi come chi ben conosce la “Russia” sa, non saranno immediati.

Altro fattori che rallentano lo sviluppo del settore sono senz’altro da un lato la presenza delle Lobby delle bevande superalcoliche che ovviamente tendono a favorire le prime vista la differenza nella tempistica per la realizzazione di un prodotto finito che gioca notevolmente a favore degli alcolici;

La vodka, ad esempio, è un alcolico chimicamente ottenuto mentre, come noi italiani ben sappiamo, la produzione di un buon vino richiede pazienza, fatica e enormi sforzi per la produzione oltre ovviamente ad un periodo di realizzazione del prodotto finito notevolmente superiore.

In un convegno tenutosi presso il centro analisi del governo sullo “Sviluppo della viticoltura e dell’enologia: situazione e prospettive del settore, ricette straniere per il successo” sono stati proposti i seguenti punti:

  • Approvazione del programma statale di sviluppo della viticoltura a Kuban con un ampliamento della superficie di almeno 50 mila ettari in 8 anni, e approvazione del programma di ampliamento della superficie fino a 200 mila ettari entro il 2030;
  • Annuncio del programma di sostituzione delle importazioni nel segmento dei vini di alta qualità;
  • Presupposti ufficiali per la promozione del vino russo durante le Olimpiadi del 2014;
  • Introduzione di vini russi di alta qualità nell’assortimento obbligatorio di ogni ristorante russo, fino al 2018;
  • Riconoscimento del vino come prodotto alimentare agricolo;
  • Eliminazione del divieto di informazione sul vino nei mass media;
  • Unione del controllo su uva e vino in un unico organo;
  • Riduzione dell’imposta sugli spumanti così che sia pari a quella dei vini;
  • Comparsa nel settore di investitori russi ed esteri (francesi, italiani e spagnoli).

Il 13 luglio del 2013 è stata firmata una delibera del governo “sui cambiamenti nella produzione agricola volta allo sviluppo dei settori dell’enologia e della viticoltura”. Nel novero verranno inclusi i vini d’uva, i vini frizzanti e gli spumanti. “Il punto cruciale di questo documento è la classificazione del vino regolare frizzante prodotto da viti russe come prodotto agricolo” il che dovrebbe portare come logica conseguenza ad annoverare i produttori di vino ai produttori agricoli ponendo cosi le cantine, che rispetteranno le nuove normative , in condizione di poter usufruire dell’ immenso credito destinato ai produttori di prodotti agricoli dando inoltre la possibilità proprio ai contadini di produrre vino emulando sotto certi aspetti il modello francese che annovera tra i suoi produttori più famosi aziende contadine locali ma anche per queste prospettive le attese supereranno i dieci anni (tra acquisizione dei terreni, crescita dei vigneti ed ottenimento di un prodotto di qualità)

Anche sul fronte della distribuzione e della ristorazione la strada del vino russo è impervia;

sarà molto difficile convincere il consumatore russo della bontà del prodotto nazionale dopo che per diversi decenni è stato abituato ad identificare il prodotto russo come un prodotto “tipo vino” comèposto essenzialmente di acqua, zucchero ed alcol. Alla stessa stregua per i ristoratori che ben sanno che avere un prodotto Francese o Italiano nelle loro cantine può invogliare il cliente a spendere tranquillamente 5000 rubli per una bottiglia ma che mai e poi mai lo stesso cliente ne spenderà neanche la metà per un vino locale.

Discorso a parte merita l’imminente 2014 con le Olimpiadi di Sochi che a detta di tutti potrebbe costituire il trampolino di lancio per un programma enologico finalizzato proprio alla presentazione e alla conoscenza dei nuovi vini da parte di tutto il mondo. I 500 mila ospiti stranieri che, secondo le stime ufficiali, visiteranno le Olimpiadi invernali, avranno sicuramente voglia di provare la cucina russa e il vino russo, nonostante lo stereotipo della Russia come “Paese della vodka”.

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